venerdì 3 luglio 2015

Strada o Regia Trazzera ? In nome dello Stato ! Non ti permetto…


Oggi sfogliando il Venerdì di Repubblica, trovo un interessante articolo di Antonio Fraschilla sul famoso viadotto crollato lungo la Autostrada siciliana A19 che collega Palermo e Catania.

Lo leggo e rifletto su quanto sta succedendo sui social e non solo, in merito alla iniziativa del M5S siciliano di finanziare un progetto viario e temporaneo con 300.000 €, raccolti rinunciando a parte dei compensi percepiti dai deputati pentastellati eletti all’ Assemblea Regionale Siciliana (parlamento che spesso sale agli onori della cronaca non certo per oculatezza economica).

Riepilogando, perché mi rendo conto che può sembrare incredibile, abbiamo dei politici che si riducono il compenso per investirli in opere di utilità pubblica, a favore di cittadini, allo scopo di facilitare il collegamento di una Sicilia spezzata in due.

La logica direbbe, però, bravi, era ora che invece di fottersi solo i soldi per ottenere potere e prestigio, sistemare il parente o l’amico e ultimamente mettiamoci pure l’amante, scusate le amanti, cosa fa una discreta schiera dei miei conterranei?

Irride, ironizza, dicendo che trattandosi di Regia Trazzera si tratta di una mera operazione di propaganda populistica (quanto adorano usare questa parola, aggettivo che ha sostituito l’arcano e violento “fascista” con il più moderato è decisamente radical chic “populista”)

A sostegno della loro ilarità si schierano gli studi tecnici, quelli del Ministero, quelli dell’Anas, che con rigore tipicamente burocratico sbandierano dati dicendo “Trattasi di Regia Trazzera è pericolosa e non adatta al traffico sia esso pesante che veicolare”.

Peccato, e torniamo all’articolo del Venerdì di Repubblica, è dal 1971 che uno studio fatto dall’Ingegnere Santo Motta, commissionato proprio dall’Anas al termine dei lavori della A19, riportava chiaramente che costruire in quel punto era “pericoloso” e quindi si rendevano necessarie delle opere di consolidamento. Consolidamento che sarebbe costato solo un 10% in più dei costi sostenuti all'epoca. Naturalmente il Ministero rispose che non si evidenziavano criticità. Morale oggi rifarlo costerà 30 milioni di Euro. Soldi nostri, per chi si fosse dimenticato.

Quindi non mi stupisce affatto che le ingorde istituzioni si scaglino contro l’opera alternativa promossa e in già in esecuzione, finanziata con i soldi di parlamentari, in quanto è uno smacco al loro modus operandi difficile da ingoiare, minerebbe lo status quo, lederebbe pericolosamente il loro potere.

Come si permettono, cosi facendo si salta a pie pari il comune malaffare, la fiera degli appalti truccati, soldi spostati, mazzette e assegnazioni fasulle per far lievitare di 10/15 volte i costi del preventivo.

Allora via, periti, perizie che suggeriscono su carta rigorosamente bollata e con velocità fantascientifica, se consideriamo i normali tempi della burocrazia, che non verranno concesse le autorizzazioni in quanto la Regia Trazzera che stanno trasformando non è e non sarà a norma.

Magari, i timbri e la ceralacca per i bolli provengono proprio dagli stessi cassetti autorevolissimi che il 26 dicembre avevano dichiarato agibile il viadotto della Agrigento Palermo, crollato il 31 dello stesso mese, ovvero solo 4 giorni dopo.

Per cui se non mi stupisce l’atteggiamento del sistema, mi stupisce, di contro, e mal digerisco, l’atteggiamento di alcuni miei conterranei a tale operazione.

Invece di stropicciarsi gli occhi davanti ad un gesto pratico della politica, ovvero senza costi per te popolo e facendolo subito, molti, vedono l’operazione come una pagliacciata. Spalleggiando di fatto, con il loro scetticismo quella politica che li ha spolpati di ogni dignità portando la Sicilia nel 2015 ad essere senza una rete stradale e ferroviaria adeguata per un paese civile.

Persone che passano la giornata lamentandosi che le cose non vanno bene, ma che poi regolarmente, al momento di votare, preferiscono premiare proprio quel sistema che li ha presi in giro per anni.

Concludo dicendo che non mi sorprende che a livello istituzionale si dica in modo autoritario: In nome dello Stato ! Non ti permetto di stravolgere il mio sistema.

Mi delude invece la reazioni dei molti cittadini, che invece di urlare a forza che venga seguito l’esempio, qualunque sia il loro schieramento politico, forse impauriti dalla potenzialità del gesto, passino il tempo a sbeffeggiare invece di rendersi conto di stare perdendo un occasione.


2 commenti:

  1. https://bypassa19.wordpress.com/2015/07/03/la-geologia-confuta-le-tesi-del-commissario/

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