domenica 29 novembre 2015

Non scendi dalle stelle. Rozzano e il fine educatore.

Marco Parma, questo è il nome dell'educatore, fine conoscitore di culture e tradizioni che ricopriva (a quanto scrivono ha rimesso il mandato) il ruolo di Preside di una scuola di Rozzano. 

Da anni ormai si combatte la battaglia che la diversità tra le culture è ricchezza, le diversità accrescono il nostro sapere, concetti che tra l'altro approvo e che seguo da sempre. 

Nonostante tutti gli sforzi ecco che ogni tanto arriva lui, il burocrate indefesso, il funzionario statale integerrimo, il consigliere comunale che si eleva a grande statista.

E così secondo questi esempi di moralità e politica, il rispetto delle altrui culture e tradizioni lo si ottiene solo se si da un calcio nel sedere alle nostre.

E vai di crocifissi levati per editti dalle scuole o per l'appunto l'ultima genialata cancellare le feste del Natale a scuola. 

Fate attenzione queste prese di posizione da provetti Montessori non arrivano solo da  protosinistrini intossicati dal Boldriniano pensiero. Basti ricordare il Sindaco fenomeno di Adro, sconosciuto paese ai più sino a quando il primo cittadino decise di tappezzare la scuola con il simbolo padano per comprendere che l'idiozia grazie al cielo colpisce trasversalmente da sinistra a destra. 

Insomma se abbiamo capito bene il pensiero di questi Illuministi de noantri, queste teste di folli, queste teste di insani, insomma teste di pazzo, se a casa mia invito un caro amico musulmano dovrei far indossare il velo a mia moglie? 

Quindi secondo questa filosofia di questi immensi fogli di carta, grandissimi fogli di carta, insomma grandissimi foglioni, se invitiamo a casa ancora il nostro amico musulmano e famiglia e siamo sotto natale, prima di aprire la porta dobbiamo smontare albero, addobbi e pastorelli vari per non urtare la sensibilità degli ospiti?

Scherziamoci pure sopra, ma sono cresciuto con una idea chiara nella testa, se vai a casa degli altri, porta rispetto per come vivono e rispetta le loro abitudini, non lamentarti e impara. Basterebbe questo piccolo accorgimento per capire che l'integrazione può avvenire solo se c'è rispetto reciproco e non a senso unico.

Ad onor del vero, tornando alla scuola di Rozzano, leggevo che i primi che si sono stupiti sono stati proprio i genitori dei bambini musulmani che candidamente dichiaravano che non avevano nulla in contrario, anzi raccontano di come i loro bambini avessero sempre partecipato alle feste natalizie.

Per concludere vorrei dire a quella parte di pensatori che appoggiano le fesserie sopra descritte che non esiste integrazione per esclusione, ovvero far si che una cultura debba rinunciare a qualcosa per far contento l'altro.

L'integrazione per come la vedo io che non sono nessuno, avviene se si favorisce l'emulsione delle diverse culture, ovvero prendendo a prestito un termine scientifico, pur essendo mescolate le singole parti mantengono le proprie peculiarità. 






6 commenti:

  1. Bell'articolo, complimenti! Una riflessione interessante sul "burocrate indefesso montessoriano"...ah poveri noi...

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  2. Grazie per l'apprezzamento. Si prova a ragionare da uomo comune sulle cose senza senso che ci circondano quotidianamente :-)

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  3. Su questo argomento non ho sinora letto nessun commento sfavovrevole a quanto aveva decise il preside che tenesse conto che gli edifici pubblici NON SONO LUOGHI DI CULTO.
    Se si vuole invece che la festività natalizia passi per una tradizione folkloristica lo si dica con chiarezza e si dia spazio a tutte le tradizioni folkloristiche delle varie culture ed etnie. La Fede è una cosa , la religione un'altra, la chiesa un'altra ancora, uno Stato laico ancora un'altra cosa. Sono legate da tradizioni ma non da imperativi nè morali nè religiosi. E' sano tenere distinte queste diverse cose.

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    1. Certo. Bisogna tenere distinte le cose. Senza però dimenticare quelle che sono le tradizioni che sono parte integrante di una cultura.

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  4. Intanto una domanda: ha letto il comunicato del sudetto Marco Palma? E' simpatico, sa? Dice di non aver mai avuto bisogno di rimuovere crocifissi perché di già assenti nella sua scuola, ugualmente di non aver vietato alcun che.

    Ma, semplicemente (e correttamente aggiungo io), ha vietato a due madri di entrare nell'orario della ricreazione a insegnare canti natalizi ai bambini.

    Cosa ci sia di tanto eclattante/offensivo/distruttivo non lo so.

    Questo era per fare un inciso (controllare le fonti, sempre, anche se si fa della satira).

    Andando nel merito dell'articolo.

    Come posso metterla? Ah sì! La nostra Carta Costutuzionale ribadisce in modo chiaro e tondo che lo Stato italiano è laico e i basato sulla completa divisione tra Stato e Chiesa.

    Una Scuola Pubblica è un ufficio pubblico, un ufficio statale, quindi deve rispettare quel principio di laicità. Tradizioni o meno.

    Anche perché se si va di tradizioni be', ce ne sono un casino di tradizioni che sono scomparse o sono state labellate come erronee (vedasi il mangiare solo pesce il venerdì, l'astinenza dalle carni i venerdì e in quaresima, il matrimonio riparatore, le attenuanti in caso di omicidio d'onore, il riservare il sesso al matrimonio, la non annullabilità del matrimonio, l'istruzione alle donne etc etc.. ... ).

    E no, il paragone con l'invito nella mia casa non regge. Casa mia è casa mia. Uno Stato? E' qualcosa di leggermente più complicato e complesso.

    E per finire le assunzioni della laicità (quali assenza di simboli religiosi in uffici pubblici, libertà di culto, rispeto delle religioni altrui) non nascono dall'ingresso di immigrati di fedi diverse (negli anni in cui fu redatta la Carta erano gli italiani a emigrare) ma da uno sviluppo storico sociale nato con l'Illuminismo.

    Principi, quelli della laicità, combattuti a priori dai cattolici (che tirano in ballo la tradizione quando fa comodo) e che, ai giorni nostri, sono ancora più vuoti in quanto viviamo in una società sempre più secolare e destinata a diventare multi etnica.

    Anche perché, ironicamente, se si va a leggere i vangeli il Cristo non ha mai imposto niente a nessuno (e appendere un crocifisso in un ufficio pubblico o insegnare canti cattolici e fare presepi in luoghi pubblici sono imposizioni, e non solo per chi è di fede diversa dal cristianesimo), e nessuno impedisce a una famiglia di festeggiare (a casa sua) il natale, di imparare canti natalizi, di riempire casa di santi, santini, madonnine e crocifissi.

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    1. Innanzi tutto grazie per il tuo commento. Lo trovo completo, argomentato e fonte di molti spunti di riflessione. Si adesso viene fuori anche la versione del Palma, non agli atti al momento del mio sproloquio che come hai fatto notare tu, trattasi di satira. Andando poi come correttamente dici tu, nel merito dell'articolo. E' assolutamente vero che viviamo " sulla carta in uno stato laico" dico sulla carta, perché altrimenti non si spiega perché siamo tra le poche nazioni "civili" che ancora non hanno legiferato sulle unioni civili. Ma il mio punto è un altro. Quello che voglio dire, soprattutto nella frase finale, è che il rispetto deve essere sempre reciproco e mai a senso unico. Invece ogni tanto, consentimi il termine, il buonismo a prescindere pretende che noi si rinunci a qualcosa per non dispiacere altri. Rozzano non è che l'ultimo esempio, forse errato non lo metto in dubbio, di come alcuni si arroghino il diritto di decidere per pochi. Poi sono in linea di massima d'accordo con te quasi su tutto. Appunto quasi. Grazie comunque per il tempo che mi hai dedicato.

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