mercoledì 19 settembre 2018

Umanista o Ingegnere?

Piccola provocazione stimolata dalla lettura dell’articolo che condivido e che invito alla lettura.

Articolo Huffingtonpost - Rinascimento Meccatronico


Dopo aver letto l'articolo sopra riportato ho provato ad immaginare me stesso nel futuro e precisamente verso il mio fine carriera lavorativa e ho visto all'orizzonte scenari poco rosei.

Avrò 68 anni e sarò costretto a lavorare. Già questo basterebbe a farvi capire che l’umore non ne ha giovato.

Ma quel che è peggio e che rende questa visione del futuro degna di un romanzo distopico a tinte dark e che nella mia senilità lavorativa mi sono visto attorniato da una pletora di Ingegneri.

Ingegneri alle risorse umane, ingegneri al commerciale, ingegneri in direzione, ingegneri alla pianificazione, ingegneri ovunque. Almeno questo e quanto deduco vedendo il trend odierno delle selezioni in corso.

Le aziende, se non hai fatto un qualsiasi tipo di ingegneria non ti prendono in considerazione neanche per farti fare il centralinista (vuoi mettere un bravo ingegnere che sa quali tasti premere con calcolata precisione).

Io sono fiero del mio percorso umanistico e se tornassi indietro tornerei a farlo.

Capisco le sfide che grazie alla tecnologia ci proiettano nel futuro e mi rendo conto che stiamo vivendo la cosiddetta rivoluzione 4.0 (nel frattempo che state leggendo stanno già lanciando la 5.0 e gli ingegneri, manco a dirlo, hanno in progetto la 6.0, proprio come si fa con gli smartphone) ma nessuno mi convincerà mai che senza il giusto equilibrio tra tecnicismi e analisi logiche il futuro non potrà che essere arido.

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