Sono stati due giorni intensi.
A livello emotivo, culinario e climatico.
Ma andiamo per ordine.
Livello Emotivo:
Ovviamente non era la prima volta che venivo a Roma, anzi ci ho anche vissuto per un breve periodo a cavallo del 2004. Era da allora che non ci tornavo. È stato come ritrovare una persona importante, mille pensieri, tanti ricordi, che seppur relativi ad un periodo lavorativamente disastroso, lato personale mi hanno fatto ricordare che all'epoca mi sentivo imbattibile pieno di quella incoscienza che oggi pagherei oro solo per averne un briciolo. Oggi invece ci sono tornato con gli occhi del viaggiatore. Ci tengo al termine, guai a chiamarmi turista, mi offendo. Ed è stato come passeggiare nel tempo. Sensazione che solo Roma può offrire. Ho avuto la fortuna di girare tanto, anche se non quanto avrei voluto, ma ho sempre sostenuto che non ci sono eguali a Roma, perché quando a Roma si costruivano monumenti che ancora oggi si guardano a bocca aperta a dire quanto grande e possente fosse quella civiltà, parigini e londinesi vivevano nelle capanne. La magia della Roma imperiale, la meraviglia delle sue piazze e delle sue fontane. La possente superbia della chiesa capace di creare esperienze mozzafiato come la Cappella Sistina.
Superbia perché a parer mio ovunque vi sia opulenza e oro non può esserci messaggio divino, che se ricordo bene era di povertà e condivisione. Vabbè tralasciando il retorico e polemico, tornando a noi detta in maniera diretta, vergognatevi o voi che non avete mai visitato Roma.
Lato Culinario:
Mamma mia, Madre celestissima. Mi sono letteralmente lasciato trascinare dalla Gola. Cacio e pepe come se piovesse, Carbonare degne di lacrime di gioia. Sono un pastaro, italiano medio lo riconosco e ho sempre considerato una tagliatella al ragù o un piatto di lasagne, un orgasmo della panza. Dopo questa full immersion di guanciale e cacio che già erano al secondo posto in assoluta solitaria visto che il terzo posto della Norma risulta ben distaccato, le mie certezze sul primo posto sono state minate. Ma non temete o mie amate tagliatelle, non ti preoccupare amata e dotta Bonomia presto saremo insieme nuovamente, tali ardori al pepe nero, ova e guance di porco saranno rimesse al loro posto.
Una menzione speciale la lascio sicuramente all'esperienza della cucina giudaico romana.
Lato Climatico:
Ora siamo a Dicembre ok? Ma Roma è Roma e fa come le pare. 19 gradi. Ma per rendere il tutto più caruccio, pioggia, semplice, costante e leggera, a parte oggi. Bene mi sembrava di essere in un film distonico. Io a crepare di caldo in felpetta e ombrello, agognando di togliere anche quella e rimanere in maniche corte ma poi una vocina mi ricordava che so anziano e visto che ogni tanto tirava er potentino mi convinceva a tenere la felpa e lastrare di conseguenza le ascelle.
Dicevo io in felpetta a crepare di caldo e tutti dico tutti, a parte qualche nordico, con :
🔹️Piumino
🔹️Sciarpona di lana
🔹️Berretto di Lana con pon pon annesso
Non potevo non pensare alla sera nei loro alberghi o B&B al momento della svestizione quali effluvi sarebbero stati rilasciati dopo aver fermentato tutto il giorno ben coperti.
Ora dico io la gente secondo me ha la sindrome della divisa. Si veste secondo calendario e non in base al tempo, proprio come i militari.
La gente, come sempre mio problema. Nonostante il passare del tempo e la saggezza indotta dallo scorrere del tempo non riesco ad attenuare la misantropia, anzi. Ma questo è un altro argomento, che magari un giorno vi racconterò, anche se voi potete rispondermi con un chiaro e categorico romano sticaxxi..... tranquilli non me la prendo 😉