Ho amato i primi due romanzi di Hosseini, "Il cacciatore d'aquiloni" e "Mille splendidi soli" e attraverso le loro storie mi sono ritrovato catapultato in un mondo ben lontano e diverso da quello nella quale viviamo.
Lo splendido fluire delle storie, le parole dal sapor di miele amaro, le situazioni crude descritte nonostante la dolcezza dei protagonisti, li hanno senza dubbio inseriti tra i romanzi che sicuramente in me hanno lasciato un sapore indelebile.
Quindi forte di tanta aspettativa, mi sono avventurato nel leggere il terzo libro, che purtroppo si è rivelato assolutamente deludente.
A parte il primo capitolo, dove si ritrova lo stile fluido e coinvolgente dei primi due romanzi, il resto del libro è un inutile e confuso rincorresi di personaggi, storie e situazioni che si intrecciano senza avviso e filo logico nel tempo e in luoghi diversi.
Trama contorta, prolissa e ridondante come a dover riempir necessariamente delle pagine, lungamente noioso e solo a tratti capace di catturare l'attenzione.
Naturalmente è come sempre una semplice analisi personale, ma questo è quanto.
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