domenica 13 settembre 2015

Svizzera. La crisi economica arriva anche nel paese delle banche.

Nel numero in edicola di Panorama di questa settimana vi è un articolo interessante sulla difficile situazione economica, udite udite, della Svizzera.
Non sto scherzando, sembra che anche per la ricca patria di orologi e banche sia giunta l'ora di tirar la cinghia.

L'autore dell'articolo pone i riflettori sulle ragioni di tale contrazione economica ed individua tra le varie cause le nuove norme che regolano il segreto bancario.

E così sembra che tali restrizioni abbiano fatto si che i vari paperoni provenienti da Est Europa e Paesi Arabi, accompagnati da harem e corti di ruffiani abbiano smesso di frequentare l'esclusiva e fin troppo accondiscendente Svizzera per altri paradisi fiscali.

Povera Svizzera sempre pronta a rimanere neutrale a meno che non vi fossero triliardi di milioni da nascondere, e poveri svizzeri che adesso sono minacciati da sintomi sconosciuti come quelli di dover fare i conti a fine mese.

L'articolo descrive come nel settore finanziario siano in atto licenziamenti di massa  in quanto gli unici clienti che si presentano agli sportelli bancari non son più i super ricchi ma cittadini che come noi vanno in banca per pagare le bollette e non per nascondere diamanti e capitali trafugati.

Magari per molti di noi, comuni mortali, si tratta di una piccola rivincita di tutte quelle volte che in Svizzera abbiamo avuto l'impressione di essere dei profughi al confronto della loro opulenza. Come dimenticare quella volta che ci siamo trovati davanti le vetrine di una qualsiasi cittadina elvetica e rendersi conto che l'oggetto ammirato vale quanto casa tua....o meglio quanto il mutuo di casa tua.

Cinismo a parte, è l'ennesima riprova che se tutto gira solo intorno ad una finanza malsana che non produce reddito ma solo speculazione, basta che il flusso si sposti verso altri lidi, che il castello di carta crolla, con conseguenze che noi europei conosciamo bene e che stiamo ancora pagando.

fonte Panorama.



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