giovedì 17 settembre 2015

L'arrogante bontà del guidatore medio. Sociologia al volante parte II°.

Avevo già trattato tempo fa delle cattive abitudini di alcuni di noi al volante (troppi per la verità).

Il post "Sociologia al volante" (sotto troverete il link se vi andasse di leggerlo) descriveva le mie personali riflessioni su come a volte, la strada venga vissuta come una proprietà personale.

Oggi cercherò di descrivere come mai nonostante alla guida si sia un popolo di egoisti ed arroganti, ogni tanto veniamo presi da una profonda bontà e senso di fratellanza verso la categoria del fellow automobilista, per dirla all'anglosassone, comportandosi in maniera da lasciar basito anche l'animo più gentile e responsabile.

Perché arroganti o egoisti?

Avete mai provato a far notare a qualcuno che sta parcheggiando nel posto riservato ai diversamente abili? Se tutto va bene vi beccate una ridda di insulti, invitandovi ad occuparvi di problemi strettamente di vostra competenza.

Vi è mai capitato di provare a ragionare con chi al centro commerciale sta girando alla ricerca del parcheggio in contro mano? Anziano o giovane può capitare che il risultato sia sempre lo stesso, venire invitati ad andare a visitare luoghi dove dicono non batta mai il sole.

E se poi il parcheggio viene individuato da due automobilisti che stanno girando in tondo come squali sulla preda da 20 minuti? L'atmosfera si trasforma immediatamente in qualcosa di simile al duello di mezzogiorno di fuoco. Occhi piantati fissi su quelli dell'altro pretendente, piede sull'acceleratore sgasando nervosamente, come a dire muoviti e ti rifaccio il paraurti. E mentre la tensione cresce, l'anziana che sta svuotando il suo carrello su di una Panda del 1987, sembra percepire l'elettricità e continua il trasferimento dei generi alimentari dal carrello all'auto, alla velocità di una lumaca con problemi di deambulazione.

Ma non ti fai intimidire, nonostante tu sia seduto dentro un'utilitaria, mentre l'altro aspirante al parcheggio conduca un mostro di tre metri d'altezza dal nome asiatico impronunciabile stile Madzinger.

O vogliamo mettere quando sei in fila al semaforo e vedete il poveretto che sta provando ad immettersi nel vostro senso di marcia da chissà quanto tempo? Ma a te non importa, non puoi fermarti 2 metri prima, non puoi arretrare neanche di un centimetro e così arrivi fino al culo di chi ti sta di fronte impedendo di fatto l'immissione di chi attende da ore.

Di esempi negativi ne potrei aggiungere diversi, fatelo pure voi nei commenti se volete, ma nonostante tutta questa acredine che regna sovrana per le strade, questa difesa dello spazio di carreggiata o parcheggio che sia, noi siamo capaci anche di gesti inaspettati e buoni.

Hai appena finito di litigare per una precedenza, hai appena insultato il tipo che ti stringeva a sinistra, hai urlato contro il motorino che con slalom degno di Alberto Tomba sta facendo il pelo a tutte le auto in un raggio di 500 metri. Hai il livello biliare al massimo, la gastrite ti attanaglia lo stomaco, vorresti che un tornado arrivasse e risucchiasse tutti gli altri automobilisti, pedoni o motociclisti che ti intralciano la via.

Ma in mezzo a questa battaglia per la sopravvivenza stradale, una macchia azzurra cattura la tua attenzione. E' li davanti, ferma sulla carreggiata opposta al tuo senso di marcia, quindi capisci che a te non potrà far nulla. Ti avvicini e sai che la macchia azzurra è una pattuglia della stradale con in mano uno strumento diabolico, l'autovelox.

E allora dimentichi tutto, la bile sparisce, e ti trasformi in un attimo come per miracolo, e da vendicatore della notte, ti evolvi nella versione 2.0 di Madre Teresa, e cominci a lampeggiare.
Si provi un senso di comunanza, vicinanza, tenerezza e compassione per coloro che procedono in senso contrario. Improvvisamente ti senti buono, amorevole e non ti basta più solo sfanalare, fai ampi gesti di rallentare con la mano, ripensi a quello con cui hai litigato per il parcheggio ed una lacrima fa capolino, bagnando il senso di colpa. Vedi tutti quelli si accorgono del tuo segnale rallentare e farti un cenno d'intesa e ringraziamento. Ti senti felice e magnanimo, e ti senti puro come un bimbo, perché anche per oggi hai fatto la tua buona azione.

- Sociologia al volante parte I

A chi ancora sfuggisse il senso delle mie parole, sia di questo che del precedente post, una lettura che può essere d'aiuto : Codice della strada.

1 commento:

  1. Per non parlare degli anziani col cappello... pochi lo sanno ma guidano tutti in stato di alterazione di coscienza dopo grappe barricate alle 8 della mattina.
    L unica cosa é conviverci... e stare attenti per strada... essere pazienti e partire con largo anticipo per qualsiadi destinazione
    Alessandro Vizzini

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