domenica 11 ottobre 2015

TTIP - Opportunità per tutti o come sempre pochi?

E' di oggi la notizia che a Berlino si sono ritrovati in 100.000 per dire di no alla prossima firma del trattato Ttip. Se ne parla da tanto, ma credo che in pochi sappiano esattamente di cosa si tratti. Anche perché, come sempre, la proba stampa italiana, si guarda bene dal riportare approfonditamente notizie di carattere internazionale. Polemica a parte, mi sono preso la briga di andare a leggere la fonte ufficiale, ovvero un documento EU che spiega cosa sia il Ttip ovvero il Transatlantic Trade & Investment Partnership.

Essenzialmente si tratta di un accordo commerciale che l'Unione Europea sta negoziando da tempo con gli Stati Uniti e che dovrebbe garantire una facilitazione degli scambi commerciali tra le due aree macroeconomiche.

Quello che mi colpisce subito leggendo il documento della EU è che tra gli obbiettivi, puramente economici alla sezione "Impatto" ve ne sia uno che dice espressamente - mantenere la nostra influenza nel mondo- ma questa frase solo per me ha un sapore vagamente colonialista?

Tanto per raccontare brevemente le due campane, ovvero chi è contro e chi pro, iniziamo da chi non vuole che tale accordo venga siglato.

Chi si schiera contro (si prevede la firma entro il mese di ottobre) adduce ragioni principalmente legate al fatto che tale accordo finirà per privilegiare le multinazionali a scapito delle piccole imprese. Ovvero una perdita di competitività di quelle imprese che non sono strutturate a livello internazionale, ma che garantiscono determinati standard qualitativi e produttivi. Oppure, altro punto contro, è l'arrivo di prodotti che contengano OGM dagli USA.

Chi lo sostiene invece, prevede futuro roseo di crescita, competitività nei servizi per il cittadino ma soprattutto garantire, riporto testualmente, "che i prodotti importati nell’UE rispettino i nostri standard elevati che: proteggono la salute e la sicurezza dei cittadini e l'ambiente apportano altri benefici alla società".

Ora alla luce di quanto avvenuto recentemente mi scappa un sorriso. Tanto per fare un esempio, abbiamo comprato Wolkswagen credendo nella integerrima Germania ed abbiamo avuto, neanche ve ne fosse bisogno, la conferma che quando di mezzo vi sono gli interessi economici, le aziende sono pronte a fare carte false pur di giustificare il profitto fottendosene di ambiente, sicurezza e standard qualunque essi siano.

Mi chiedo inoltre, perché si vogliano favorire gli scambi tra EU e USA, quando ancora all'interno dell'Unione Europea, praticamente a parte la moneta in alcuni stati, di unico vi sia ben poco?

Perché se vogliamo fare un mutuo non possiamo accedere ad una banca francese che magari applica miglior tassi? Perché non posso comprare una assicurazione in Danimarca se costa di meno? Perché non posso comprare una Renault in Francia o una Audi in Germania usufruendo così di un IVA più bassa? Creiamo prima un mercato unico reale. Che porti non dico beneficio, ma quantomeno aumenti un senso di giustizia sociale all'interno dell'unione per sentirsi tutti veramente parte di qualcosa di unico.

Potranno sembrare domande semplicistiche e banali lo so, però sempre nel documento di cui vi parlavo, alla fine si dice che alla fine ai cittadini, ovvero l'opinione pubblica sarà coinvolta nel processo decisionale.

Staremo a vedere quanto ascolto daranno alle oltre 3 milioni e mezzo di firme raccolte in tutta europa da chi non vuole che tale accordo venga firmato.

Non so voi ma ho come l'impressione che come sempre l'interesse economico prevarrà sul buon senso.



Per approfondire :

Slowfood
Commissione Europea
Il Post










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